GRAVIDANZA E FARMACI: COME COMPORTARSI?

Ovviamente bisogna dire che le osservazioni cliniche, le indagini statistico-epidemiologiche e le analisi retrospettive hanno permesso di riconoscere delle relazioni tra l’uso di determinati farmaci e la comparsa di malformazioni neonatali. Occorre però anche tener presente che su molte categorie di farmaci persistono ancora notevoli dubbi circa la loro teratogenicità (la capacità cioè di causare danni malformativi a carico del feto) e ciò deve pertanto indurre ad una estrema cautela nel giudizio. 

Per molte altre categorie di farmaci, viceversa, è stata ormai da tempo dimostrata la loro assoluta innocuità per il feto.
Ciò che, in altri termini, ci preme sottolineare è che non sempre l’uso di un farmaco in gravidanza significa necessariamente danno sul feto, ma anzi occorre comprendere che non ricorrervi nei casi in cui vi è necessità, può costituire un rischio assai maggiore.
Un esempio può valere per tutti: nel 5-7% delle gravide si può rivelare l’esistenza di un’infezione delle basse vie urinarie senza che questa si manifesti clinicamente (batteriuria asintomatica): la decisione di non instaurare un trattamento antibiotico espone la donna al rischio di una pielonefrite acuta asintonatica nel 25-35% dei casi. Lo stesso discorso vale per il diabete, l’epilessia, ecc …
Ecco perchè va sempre valutato il rapporto rischio-beneficio da parte del medico, evitando qualsiasi tipo di automedicazione da parte della donna.
Bisogna inoltre ricordare che esiste una relazione tra pericolosità del farmaco e periodo della gravidanza in cui viene assunto. Infatti la fase decisamente più rischiosa, in questo senso, è rappresentata dallo stadio embriogenetico, quel periodo cioè che corrisponde ai primi mesi di gravidanza e durante il quale si differenziano i tessuti di tutti gli organi: l’uso di determinati farmaci può portare in questo caso anche alla morte del prodotto di concepimento. Anche successivamente però, durante il periodo di sviluppo del feto, l’assunzione di certe sostanze medicamentose può indurre alterazioni neonatali talora transitorie e talora permanenti quali gravi ritardi mentali.
A questo proposito occorre infatti ricordare che il feto deve essere considerato come un vero e proprio compartimento dell’organismo materno, per cui trattamenti protratti possono portare a concentrazioni di farmaco analoghe nel corpo della madre e del feto.
Un esempio, purtroppo sempre più frequente, è rappresentato dai casi di madre tossicodipendenti (specialmente eroino-dipendenti): l’eroina infatti può venire riscontrata nel sangue e nei tessuti fetali dopo 1 ora circa dall’assunzione da parte della madre.
È ormai risaputo che una sindrome di astinenza nella gestante può indurre un’analoga situazione nel feto con conseguente ipossia; ugualmente nel neonato possono svilupparsi sindromi da astinenza da 6 ore ad 8 giorni dopo il parto.
Partendo dal presupposto che verificare la teratogenicità o comunque la pericolosità di un farmaco (magari sospetta o accertata tramite esperienze sugli animali) sull’organismo della gestante e del feto non è sempre agevole, si può affermare la regola generale che qualsiasi sostanza farmacologica è da considerarsi potenzialmente tossica in corso di gravidanza, per cui va fatto ricorso ad essa soltanto nei casi in cui esista una reale necessità e sotto stretto controllo del medico specialista.
Ricordando che tra i fattori di rischio in gravidanza vanno annoverati, accanto ai farmaci, anche il fumo, lo stress, l’alcool, la sottonutrizione, concludiamo questa breve esposizione presentando una tabella che riporta schematicamente i principali gruppi di farmaci ed i loro effetti sul feto o sul neonato.

FARMACI IN GRAVIDANZA

 

FARMACO PRUDENZA NELL’USO CONTRO INDICATO POSSIBILI CONSEGUENZE
Analgesici narcotici:
morfina, meperidina, metadone
Insufficienza respiratoria, morte neona­tale
Anabolizzanti androgeni Mascolinizzazione del feto ed accelera­zione dello sviluppo osseo.
Anestetici locali:
procaina, lidocaina, oxetacina
A dosi medie. Non contrindicati in gravi­danza o travaglio. Ad alte dosi o iniettati in prossimità delle arterie dell’utero bra­dicardia nel feto, insufficienza respirato­ria neonatale
Ansiolitici: benzodiazepine Si consiglia di limitare l’uso nei primi tre mesi di gravidanza accertato il passaggio transplacentare
Anticoagulanti orali Emorragie e morte del feto
Antistaminici: prometazina e simili A dosi terapeutiche. Nell’uomo sembra­no privi di tossicità sul feto a differenza che negli animali
Antimalarici Possibile sordità congenita
Antipertensivi: reserpina Congestione nasale, ostruzione respira­toria, bradicardia, anossia neonatale.
Antibiotici: cloramfenicolo No anche ndurante l’allattamento
Streptomicina ed altri aminogicosidici Possibile sordità da lesione del nervo acustico
Tetraciclina Alterazione struttura dei denti. Inibizione sviluppo osseo
Antineoplastici:
antimetabolici, alchilanti, alcaloidi, anti­biotici
Possibili malformazioni fetali
Antipsicotici: fenotiazine, cIorpromazi­na, promazina e trifluperazina Ittero nenatale, ipotensione fetale
Litio glutammato, carbonato Può provocare malformazioni fetali e sul neonato aritmia, morte
Antitiroidei: Iodio e ioduri, mezzi di contrasto iodati Ipertiroidismo, gozzo nel feto
Corticisteroidi Palatoschisi, aborto
Diuretici: clorozotide, idroflumetiazide Trombocitopenia nel neonato. Aplasia midollare e morte neonatale
Estrogeni: estriolo Il virilizzazione di feti femmina. Non controindicato
Stilbenici Possibile adenocarcinoma vaginale nel feto femmina
Estroprogestinici anticoncezionali malformazioi in periodo embrionale
Ipnotici: barbiturici Possibile emmoragie neonatale per ipoprotrombinemia
Ipoglecemizzati orali Forse teratogeniche
Sulfaniluree Ipersulineia fetale
Progesterone Non controindicato
Progestinici derivati dal 19 nortestosterone Virilizzanti sul feto femmina
Salicilati Emmoreagia neonatale, difetti di coagulazione
Sulfamidici Ittero neonatale
Antipolio per os (Sabin)
Antirosolia, antivaiolo, Antifebbre gialla
Antitubercolare B.C.G
Anatossina tetanica Nessun particolare periodo
Immunoglobuline: antimorbillo, antipa· rotitica, antipertosse, antirosolia, antite· tanica, antivaccinica, normale Non sono controindicate
Vitamine: vitamina A Se in eccesso può provocare aborto, malformazioni urogenitali
Vitamine K Se in eccesso e nell’ultimo trimestre, grave iperbilirubinemia e anemia emoli­tica nel neonato calcificazioni della placenta
Vitamine D Se in eccesso sofferenza fetale, ritardo mentale, iperossiicazioni

 

 

Sandro Viglino
Specialista in Ginecologia
e Ostetricia
Pubblicazione Giugno 1984

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