Diagnosi e Terapia

Dormire bene consigli pratici e Mindfulness

Dormire bene durante il riposo notturno è molto importante poiché il sonno porta con sé diversi benefici per la nostra salute e il nostro benessere psicofisico e, giorno dopo giorno, un riposo corretto ci garantisce le giuste energie per vivere la nostra vita al meglio.

Non è, però, raro che le persone lamentino di non riposare bene: in alcuni momenti della vita, magari in concomitanza con situazioni personali
e lavorative particolarmente stressanti, può capitare di non riuscire a prendere sonno, di svegliarsi troppo presto la mattina, oppure ancora di alzarsi dal letto ancora stanchi e provati…

L’esperienza di una o più notti insonni è certamente fastidiosa, sebbene abbastanza comune, e crea una condizione di disagio che tende ad avere effetti negativi sulla qualità della vita.

 

Quando si parla di Insonnia?

Per insonnia si intende la difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno e a svegliarsi troppo presto la mattina; si parla di insonnia anche quando la persona percepisce il proprio sonno insufficiente e/o insoddisfacente perché dorme troppo poco o male con conseguente stanchezza, irritabilità, inefficienza.

Spesso l’insonnia è causata da altri tipi di disturbi di natura medica e/o psicologica o da ulteriori difficoltà legate al sonno stesso; per alcuni pazienti, invece, essa rappresenta il problema principale ed è indipendente dalla presenza o meno di altre patologie.

Si tratta di un disturbo dove la soggettività è centrale: l’insonnia, infatti, non viene diagnosticata sulla base di rilevazioni oggettive (pur sempre possibili), ma in relazione a quanto lamentato dalla persona, sia rispetto all’intensità del problema, sia rispetto alle difficoltà correlate.

Inoltre, poiché persone diverse necessitano di diverse quantità di sonno, essa non può essere de nita in termini di ore “dormite” o in termini di rapidità nell’addormentarsi. Al contrario, tutto dipende dalla qualità del nostro sonno e da come ci sentiamo al risveglio.

 

Cosa possiamo fare se non dormiamo bene? 

Se la nostra qualità del riposo notturno non è soddisfacente, può essere molto utile iniziare a rispettare le cosiddette norme di igiene del sonno.
Si tratta di un’insieme di “buone abitudini”, consigliate anche dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno e fondate su principi di natura scientifica, che chi soffre di insonnia può da subito impegnarsi ad adottare per eliminare alcuni fattori ambientali e comportamentali che interferiscono con il sonno.

E’ ormai documentato, infatti, che nella maggior parte delle insonnie, a prescindere dalla loro eziologia, le norme di igiene del sonno non sono rispettate e che ciò costituisce un fattore di cronicizzazione e/o di peggioramento del disturbo.

Anche imparare una tecnica di rilassamento può essere molto utile per riuscire a “lasciarsi andare”, raggiungendo uno stato di distensione che aumenta la probabilità che il sonno sopraggiunga. In altre parole il rilassamento favorisce la riduzione dello stato di attivazione cognitiva e fisiologica necessario all’addormentamento a cui tutte le attuali teorie sull’eziologia dell’insonnia riconoscono, ormai, un ruolo chiave sia come fattore predisponente, sia come fattore di mantenimento del disturbo. La pratica del rilassamento ben si integra con il rispetto delle norme di igiene del sonno: può essere molto utile imparare a ritagliarsi un periodo di tempo, dopo cena, per riflettere sulla giornata appena trascorsa e per pianificare quella successiva, portare a termine le attività circa 60/90 minuti prima di andare a letto e praticare gli esercizi di rilassamento veri e propri. Il sonno è estremamente sensibile allo stress e alla sofferenza emotiva: eventi importanti, come una separazione difficile o la morte di una persona cara, e altri agenti stressanti di minore rilevanza, ma quotidiani (come difficoltà interpersonali o pressioni lavorative…), possono influire sui pattern del sonno, incrementando il livello di attivazione prima dell’addormentamento e durante i risvegli notturni.

Per questo motivo un valido aiuto nel trattamento dell’insonnia, e soprattutto nella prevenzione delle ricadute, è rappresentato dalla pratica della Mindfulness. Con questo termine ci si riferisce ad un esercizio sistematico di osservazione non giudicante di tutto ciò che accade fuori e dentro di noi, compresi i nostri pensieri. Si tratta di uno “stato mentale” in cui la nostra consapevolezza si focalizza su ciò che ci accade momento per momento, incrementando la nostra capacità di essere presenti a noi stessi. Grazie alla pratica della Mindfulness è possibile contrastare l’impulso spontaneo a definire, giudicare, valutare la nostra esperienza e a ricorrere in modo automatico a processi di pensiero irrazionali che causano, poi, reazioni emotive e comportamentali abituali. Questo è molto importante non soltanto perché, come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi, l’insonnia è scatenata da eventi stressanti, ma anche perché, indipendentemente da ciò che può avere inizialmente causato il problema, la sfiducia appresa nella propria capacità di dormire è uno dei principali fattori che alimentano e perpetuano il disturbo. Rimuginare sulla propria difficoltà a dormire aumenta la preoccupazione e più siamo preoccupati di non dormire meno riusciamo a bene! Attraverso la Mindfulness è possibile riconoscere i nostri pensieri come pensieri liberandoci dalla realtà distorta che essi spesso creano.

NORME AMBIENTALI
• Limitare il rumore e la luce

• Controllare la temperatura della stanza

• Migliorare la qualità dell’aria

• Migliorare il comfort del letto

NORME DIETETICHE
• Limitare caffeina, nicotina e alcool

• Controllare la dieta (coricarsi né troppo sazi né a
stomaco vuoto)

• Prediligere i carboidrati alle proteine

NORME AMBIENTALI
• Limitare il rumore e la luce

• Controllare la temperatura della stanza

• Migliorare la qualità dell’aria

• Migliorare il comfort del letto

 

Autore: Dott. Lara FERRARI

Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

laraferrari@centrokairos.it |  www.centrokairos.it

 

Dormire-bene-consigli

 

 

 

 

 

Ulteriori approfondimenti sulla Mindfullness

Video ed esercizio del respiro: https://www.youtube.com/watch?v=ei9VPNaxEKg

Consapevolezza del respiro: http://www.istitutomindfulness.com/mindfulness/esercizi/esercizio-di-consapevolezza-del-respiro/

Mindfulness guide pratiche: http://www.mindfulnessitalia.org/guide-online/mindfulness

 

Rivista Diagnosi e Terapia Febbraio 2016

In questo numero di Diagnosi e Terapia:

David Beckham: ambasciatore Unicef

Psicologia: dormire bene

Angiologia: calza, la giusta compressione

SPECIALE:

scompenso cardiaco – cosa sapere

Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata e stabilizza- ta. Il trattamento riduce i sintomi, migliora la qualità della vita ovvero rende possibile tornare a svolgere le normali attività. Ma non bisogna mai abbassare la guardia: i sintomi si possono ripresentare e la malattia può peggiorare nel tempo.
Il metodo migliore per prevenire lo scompenso cardiaco è, infatti, quello di prevenire e controllare quelle condizioni che lo possono provocare o favorire, come la cardiopatia ischemica e l’ipertensione arteriosa. Per tale motivo, i cambiamenti dello stile di vita, sono un intervento essenziale per migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone affette da scompenso cardiaco.

 

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David Beckham per Unicef

Il calciatore ha lanciato questo fondo per raccogliere i soldi necessari a cambiare la vita di tanti bambini nel mondo.

 

David Beckham, Ambasciato- re dell’UNICEF, ha visitato lo scorso novembre, il campo profughi di Gibuti, nell’Africa Orientale, incontrando bambini e famiglie scappati sfollati a causa di conflitti e violenze dai paesi vicini. David è stato nel campo di Ali Addeh, che ospita oltre 10.000 rifugiati provenienti Etiopia, Eritrea e Somalia e ha potuto vedere come l’UNICEF protegge i bambini attraverso interventi salvavita come le vaccinazioni.

L’impegno di ogni singolo è fondamentale: l’Ambasciatore David Beckham con la sua popolarità è essenziale per far conoscere al mondo le sofferenze e le speranze di tanti bambini, così come l’impegno di ognuno di noi può fare davvero la differenza nella vita dei bambini.

 

DONA

Conto corrente postale. n. 745000 intestato a UNICEF Italia – causale BPFI Boni co bancario. IBAN: IT55 O050 1803 2000 0000 0505 010

C/C bancario intestato a UNICEF Italia, Via Palestro, 68 00185 Roma, presso Banca Popolare Etica. Causale del bonico BPFI

Carta di credito  Tramite sito internet www.unicef.it Numero Verde. 800 745 000

Museo Palafitte Fiavè

Straordinari reperti in legno per ricostruire la vita degli abitanti
del Trentino preistorico

 

Museo Palafitte Fiavè: hai presente il tuo passato?

 

In Trentino, tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, si aprono le Valli Giudicarie, un territorio di grande interesse storico e naturalistico di recente riconosciuto Riserva della Biosfera Unesco dove le testimonianze del passato, siti preistorici, antichi borghi, castelli connotano il paesaggio e lo rendono unico e armonioso.

Veduta_estrna_Museo_Palafitte

Tra i luoghi da visitare in questo incantevole lembo di terra, il Museo delle Palafitte di Fiavé riserva non poche sorprese agli appassionati di archeologia ma anche a chi semplicemente intenda gettare uno sguardo sulla vita dei nostri antenati della preistoria. Fiavé è una delle 111 località che costituiscono il sito dedicato alle palafitte preistoriche dell’arco alpino entrate a far parte della lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.

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