ANSIA, MAGNESIO E PROLASSO MITRALICO

Quando i livelli di catecolamine sono alti, Ie persone si sentono tese e pronte all’ azione.

E’ un evento naturale, difensivo e protettivo quando si presenta nel contesto di una situazione minacciosa o paurosa per I’individuo. Non è invece così importante, e anzi può diventare controproducente e alle volte addirittura invalidante, l’avere alti livelli di catecolamine quando si va a letto, se si sostiene un esame o si svolgono le normali attività quotidiane.
La carenza di magnesio oltre ad un tessuto connettivo imperfetto, può anche causare in associazione ansia e depressione questo perché la deplezione di magnesio provoca un aumento delle catecolamine circolanti: perciò a una scarsa concentrazione di magnesio corrisponde un’ alta concentrazione di adrenalina e norarenalina e quindi un aumento delle sintomatologie ansiose. Molti di coloro che sono affetti da prolasso della valvola mitrale (MVP) presentano anormalità nella produzione di acido ialuronico, costituente importante del tessuto connettivo e una riduzione nella disponibilità del magnesio influisce negativamente sulla produzione di acido ialuronico.
II prolasso della valvola mitrale, di vario grado con o senza interessamento emodinamico, e una condizione abbastanza comune fra la popolazione e in genere e asintomatico; è facilmente rilevabile attraverso un’ecocolordoppler cardiaca e all’auscultazione si manifesta tramite un caratteristico click che è il rumore provocato dai lembi della valvola prolassata.
II prolasso della valvola mitrale si può presentare isolato ma più frequentemente è associato ad altre manifestazioni morfologiche che coinvolgono il tessuto connettivo: braccia lunghe, torace carenatum o excavatum, piede piatto, lassità legamentosa e una debole dilatazione aortica fino alle manifestazioni tipiche della sindrome di Marfan in presenza dei marker biochimici e del DNA.
Studi diversi hanno messo in relazione il MVP con la deficienza di magnesio, I’aumento delle catecolamine e quindi delI’ ansia considerando il prolasso una sorta di debole forma di disordine del tessuto connettivo: si parla allora di sindrome da prolasso mitralico (MVP syndrome). Un MVP può insorgere anche come conseguenza di febbri reumatiche. In uno studio condotto dal Dipartimento di Cardiologia presso I’ ospedale Grochowski di Varsavia, ha rilevato che il 60% dei pazienti con MVP sintomatico presentava una ipomagnesiemia di vario grado. Furono sottoposti ad una sperimentazione in doppio cieco incrociata tra magnesio e placebo e dopo 5 settimane si vide una riduzione significativa dei sintomi quali il dolore toracico, Ie palpitazioni, la dispnea, la debolezza e l’ansia. La secrezione giomaliera di catecolamine si era di molto ridotta dopo la somministrazione di magnesio. In un altro studio condotto questa volta dal Reparto di Psichiatria dell’ ospedale del Mar a Barcellona, ha messo in stretta relazione la lassità legamentosa con il disturbo da attacchi di panico, agorafobia o entrambi e costituisce un fattore predisponente. La lassità legamentosa è stata evidenziata nel 67.7% dei pazienti con disturbo da attacchi di panico (OAP) ma soltanto nel 10% di soggetti psichiatrici.
Esistono molte carenze nutrizionali che influiscono suI sistema nervoso, in particolare la carenza di magnesio, e inoltre lo stretto legame tra questo, I’ansia e il MVP, porta a valutare la possibilità di mettere a punto una dieta che possa quindi essere d’aiuto a limitare sia i sintomi legati al MVP sia all’ansia. Inutile precisare che sarebbe buona norma eliminare la caffeina che ha anche un’ azione diretta suI miocardio e che provoca deplezione di magnesio, ma vi sono anche altri accorgimenti a prima vista inaspettati. Giovano ad esempio I’assunzione di cibi grassi in particolare di latticini.
Alcuni pazienti affetti da ansia dichiarano di avvertire il bisogno di mangiare formaggi grassi che contengono un’alta percentuale di colesterolo. In un articolo apparso su Tuttoscienze n.890 (La Stampa, anno 133 n.245), si dice chiaramente che bassi livelli di colesterolo totaIe possono addirittura essere co-responsabili di tendenze suicide in pazienti psichiatrici.
In soggetti timidi si sono invece rilevati bassi livelli colesterolo HDL e alti livelli di LDL e di trigliceridi. La carenza di colesterolo di cui sono anche formate Ie membrane neuronali, provocherebbe un’alterazione della permeabilita alla serotonina che non riuscirebbe più a svolgere adeguatamente il compito di controllare la produzione di catecolamine e quindi I’ansia. Altro fattore scatenante I’ansia e I’ipoglicemia e spesso i soggetti ansiosi alti, magri, spesso con lassità legamentosa e MVP, mostrano un catabolismo più veloce e quindi la necessità di pronta energia che viene fornita essenzialmente dagli zuccheri semplici.
Sarebbe interessante riuscire a mettere a punto una dieta per ansiosi. Nel frattempo integrazione di magnesio, I’eliminazione di caffeina e ogni tanto qualche buon formaggio, bandendo i tipi light, potrebbero essere d’aiuto, ricordando ai soggetti ansiosi, soprattutto ai più longilinei, di concedersi un pasticcino magari al cioccolato che, oltre agli zuccheri, apporta anche il magnesio di cui il cacao e ricco.
L’ansia quindi si delinea non solo come disturbo legato alla psiche ma anche all’aspetto fisio-costituzionale e alle abitudini alimentari.

Fabrizio FERRETTI
Farmacista Reggio Emilia
Cell. 333.8554511
Pubblicazione novembre 2004

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *