BENDE E BENDAGGI IN FLEBOLOGIA

Il bendaggio però è rimasto una pratica empirica, ignorata e sottovalutata dalla Scienza Medica sino al XX secolo. Con la scoperta del caucciù vulcanizzato e via via di sempre nuove fibre sintetiche si sono potute realizzare bende con tessuti di differenti elasticità, saggiarne le rispettive caratteristiche alla luce delle nuove acquisizioni sulla fisiologia e sulla patologia della circolazione sanguigna. 

Sebbene quindi molto si sia studiato e scritto in questo campo esistono ancora motivi di incertezza ed in generale una scarsa dimestichezza nell’uso e nella applicazione di questi importanti presidi terapeutici. In questo breve articolo si illustreranno i differenti tipi di bendaggio che il flebologo applica e consiglia.
La prima differenza da fare è rispetto alle caratteristiche delle bende.
In pratica esistono due grandi gruppi. Del primo fanno parte le Bende Anelastiche, o non estensibili: si tratta di strisce di tessuto, più o meno permeabile all’aria e non elastico. Ne esistono di trattate con pasta all’ossido di zinco che, una volta applicate, essiccandosi assumono una maggiore rigidità.
Esiste poi la grande famiglia delle Bende Elastiche.
Esistono le bende elastiche a corto allungamento (40-70% della lunghezza iniziale), adallungamento medio (70­100%) e a grande allungamento (140% e oltre).
Le bende poi possono essere applicate in base alla tensione elastica esercitata e quindi essere facilmente rimovibili, oppure presentare colle che le fanno strettamente aderire alla pelle o alle spire già posizionate.
Sono state diffuse in commercio bende che non aderiscono alla pelle, ma risultano aderenti solo sulla spira di benda già applicata e sono denominate coesive.
La benda elastica, quando tesa ed applicata con forza sviluppa una pressione proporzionale alla forza di trazione longitudinale esercitata.
La pressione si manifesta superficialmente anche a riposo. Quando il paziente cammina, la benda si distende seguendo le variazioni di volume dell’arto durante la deambulazione.
Questo tipo di bendaggio esercita una discreta pressione a riposo e una modesta pressione durante l’esercizio muscolare.
E’ il tipo di bendaggio più diffuso: è relativamente più facile da eseguire, rimovibile ed eventualmente confezionabile da parte dello stesso paziente. Viene normalmente prescritto in caso di insufficienza venosa superficiale, esiti di intervento chirurgico di safenectomia o in caso di trombosi venose.
Il paziente anziano, obeso o con difficoltà a piegarsi e a muovere le dita della mani può trovare difficile il bendarsi correttamente.
D’altra parte anche il corretto posizionamento delle bende causa frequentemente solchi dolorosi di costrizione superficiali dovuti a spostamento, sovrapposizione eccessiva della benda che attorno alla caviglia tende facilmente ad arricciarsi.
La benda a corto allungamento o inestensibile esercita una minima pressione quando il paziente è a riposo, ma quando i muscoli della gamba si contraggono aumentano il volume dell’arto contenuto nello stivaletto di benda che non si estende e che quindi esercita una grande pressione, detta di “lavoro”, in modo intermittente, armonico con l’attività muscolare del passo.
S i tratta di un bendaggio che è applicato e rimosso dal medico o da personale paramedico specializzato.
E’ mantenuto in sede per un periodo da 4 a 15 giorni senza causare normalmente alcun problema, non necessitando di alcuna manutenzione.
Viene normalmente utilizzato nella cura delle ulcere non eccessivamente secernenti, nel trattamento degli edemi e delle varicoflebiti e in caso di trombosi venose periferiche.
Il bendaggio adesivo a corto allungamento viene anche applicato come coadiuvante dopo scleroterapia di varici o dopo l’esecuzione di trattamenti chirurgici quali safenectomia (asportazione della vena safena) o varicectomia (asportazione di vene varicose). Il bendaggio così effettuato non è però efficace se non è associato alla attiva deambulazione che incrementa il flusso venoso ed il drenaggio linfatico.
Le bende coesive permettono di realizzare bendaggi che sono un compromesso tra il primo ed il secondo tipo illustrati.
Le bende coesive sono generalmente abbastanza leggere con elasticità media o elevata.
Possono essere applicate in numerose spire che mano a mano conferiscono sempre maggiore consistenza al bendaggio, tanto da assomigliare, almeno funzionalmente, al secondo tipo descritto (non rimovibile, non elastico, adesivo). Sono meno costose delle bende adesive e all’occorrenza possono essere rimosse facilmente dal paziente stesso.
L’esperienza del Medico Flebologo ne permette l’utilizzazione sia in corso di scleroterapia di piccole varici o di teleangectasie sia come presidi terapeutici in caso diinsufficienza venosa ed edema.
La scelta del bendaggio in caso di insufficienza venosa, flebiti, ulcere, esiti di scleroterapia o intervento chirurgico è oggi abbastanza varia e dipende dalle caratteristiche della malattia da trattare, dalle abitudini e caratteristiche del malato e dall’esperienza dello Specialista consultato.

Vittorio VILLA -chirurgo vascolare
pubblicazione del 1996

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