TUMORI FEMMINILI – PREVENZIONE

TUMORI DELL’UTERO 

Se il rinvenimento del tumore ha luogo in fase sufficientemente precoce l’intervento medico può essere risolutivo.
Ecco perché l’azione preventiva è indispensabile e lo screening di massa auspicabile nelle donne dopo i 30-50 anni.
Laddove si è praticato uno screening di massa si è avuta una drastica riduzione dell’incidenza del cervico-carcinoma.
Il rischio di morte è diminuito da 41 a 5 donne ogni 10.000; un dato estremamente convincente sull’ efficacia di una seria iniziativa della prevenzione.
Lo sforzo delle autorità sanitarie deve quindi essere accolto dalla popolazione femminile ed ogni donna deve rendersi parte attiva nel mettere in pratica le indicazioni fornite.

Analisi Classiche
Pap -Test
Si tratta dell’esame citologico che deriva il nome dal suo ideatore, Papanicolau; viene utilizzato da una cinquantina di anni. Consiste nel prelievo di cellule, (realizzato con una spatola in legno e quindi assolutmnente indolore) dal collo dell’utero. Le cellule poste su di un vetrino sono esaminate al microscopio. Sovente per una maggior validità dell’esame vengono anche prelevate celIule del canale cervicale utilizzando una cyto­brush.

Biopsia
Si tratta del prelievo mirato di alcune cellule della zona in cui si sospetta resistenza di una neoplasia cervicale.
Il risultato dell’ esame non lascia adito a dubbi e quindi può essere una valida base di partenza per una terapia mirata.

Colposcopia
Si effettua utilizzando uno strumento ottico (colposcopio) con il quale il ginecologo osserva a vari ingrandimenti la cervice uterina. L’osservazione avviene in tre tempi diversi.
Prima il collo dell’utero viene osservato dopo detersione con soluzione fisiologica; poi dopo applicazione di ac. acetico diluito a 3-5%; da ultimo con jodio e ioduro secondo il test di Schiller. Grazie a questa triplice osservazione il colposcopista può individuare quadri “normali”, “anormali non significativi” (presenza di epitelio bianco sottile e/o displasia lieve)e “anormali significativi” (epitelio bianco ispessito e/o carcinoma in situ).
Questo tipo di indagine potrebbe quasi azzerare la percentuale dei flalsi negativi legati al Pap-test; però la complessità della metodica ne impedisce l’impiego come screening di massa.

Speculoscopia
Consiste nell’ illuminare direttamente l’interno della cavità uterina per esaminare eventuali variazioni.
La Speculoscopia in affiancamento al Pap-Test può ridurre drasticamente il numero di donne che svilupperà il tumore al collo dell’utero.
Sarebbe necessario effettuare indagini diagnostiche sul 70-80% della popolazione femminile tra i 20 ed i 65 anni, scrcening di massa che pur richiedendo un impegno notevole sia di denaro pubblico che di tempo, sarà tuttavia possibile realizzare; soprattutto se i medici di base ed i ginecologi si sentiranno impegnati in prima linea in questa lotta al male. Purtroppo la realtà quotidiana ci insegna che siamo ancora molto lontani dal compimento di questo “sogno”.
Innanzitutto le donne che regolarmente si sottopongono al pap-test sono ancora in numero troppo limitato e inoltre il solo Pap-test può dare risultati “falsi negativi”; infatti talora non riesce ad individuare la presenza di lesioni precancerose rendendo vano lo scopo stesso dello screening che è formulare una diagnosi preclinica del carcinoma cioè scoprire i precursori e le degenerazioni di vario grado.
Proprio per indicare i diversi possibili stadi della malattia si sono adottate due scale di misurazione delle degenerazioni:
CIN I CIN II CIN III (CIN= Neoplasia Cervicllie Intra-epiteliale) e SIL basso grado SIL alto grado (Lesione Squamosa Intraepitcliale) .

Nuova Tecnica
Più che di una vera nuova tecnica si tratta di un nuovo sistema per attuare la speculoscopia impiegando la luce chimica (cioè fredda) di Speculite.
Questa nuova tecnica consiste nell’osservare direttamente la cervice precedentemente umettata con acido acetico al 5%.
La luce fredda di Speculite differenzia visivamente le aree di tessuto sano da quelle patologiche (aceto-bianche) e su queste ultime si dirigeranno le successive indagini. I risultati di un confronto tra le attuali metodiche di screening per la prevenzione del cervico­carcinoma e la speculoscopia, condotto in Italia su circa 3200 donne hanno dimostrato una riduzione dei falsi negativi di circa il 20% con una sensibilità del 94%. Da queste riflessioni si evidenzia che l’abbinamento Pap-test Speculoscopia con Speculite può diventare, nel suo insieme, l’analisi
base dello screening di massa, lasciando colposcopia e biopsia quali analisi di secondo livello. Attualmente il tumore del collo dell’utero rappresenta ancora una patologia con un tasso di incidenza troppo elevato, in particolare se si considera il ruolo crescente che in essa ha il Papilloma-virus. Si calcola che ogni anno in EUROPA muoiano 13.000 donne per una mancata diagnosi precoce di questa malattia.

TUMORE AL SENO
E’ una delle cause più frequenti di morte nelle donne e purtroppo si stima che i valori attuali si raddoppieranno entro il 2000. Estremamente importante è la diagnosi precoce, unica speranza di esito favorevole delle cure; infatti mentre un tumore al seno scoperto
in fase avanzata ha quasi sempre una prognosi infausta per il riformarsi della neoplasia entro brevissimo tempo, il 95% delle donne a cui è stato diagnosticato in fase iniziale non presenta recidive. Ovviamente più è avanzato lo stadio del tumore, meno è probabile il successo della terapia; per rendere un’idea più chiara di quanto sia importante diagnosticare per tempo la neoplasia riportiamo la tabella della probabile sopravvivenza dopo 5 anni dall’ intervento chirurgico a seconda dello stadio del tumore al momento dell’intervento stesso:

 

STADIO

5 ANNI DI SOPRAVVIVENZA

0

95%

I

85%

II

66%

III

41%

IV

10%

 

La prevenzione va quindi attuata con costanza e deve essere iniziata sin dalla giovane età; infatti proprio i tumori che colpiscono le giovani donne sono i più difficili da guarire e quindi bisogna intervenire immediatamente, mentre le neoplasie riscontrate dopo i 50 anni hanno più probabilità di non avere conseguenze letali.
E per fortuna sono molto più numerose le donne colpite da tumore alla mammella in età ancora più avanzata.
Come sempre le abitudini di vita giocano un fattore importante; tra esse le più significative sono:
-assenza di gravidanza
-gravidanza in età avanzata
-sovrappeso
-precedenti in famiglia
Possono essere motivo di allarme e comunque vanno sempre segnalati al medico curante o al ginecologo:
nodulo al seno
nodulo all’ascella
secrezione dal capezzolo
retrotlessione del capezzolo
zone infossate del seno
zone con cute raggrinzita sul seno
E vediamo ora come attuare la prevenzione.

Autopalpazione
L ‘ autopalpazione è un autocontrollo che ogni donna dovrebbe eseguire periodicamente al raggiungimento dell’ età adulta.
E’ importante infatti, dopo aver imparato a conoscere le proprie forme, mantenerle sotto controllo per individuare anche la più piccola anomalia che potrebbe presentarsi improvvisa. Siccome però anche l’aspetto del seno può subire variazioni legate al ciclo, è bene effettuare i controlli sempre nello stesso momento, ad esempio sempre al termine delle mestruazioni.
COME COMPORTARSI:
- Davanti ad uno specchio, con le braccia lungo i fianchi osservare seni e capezzoli di fronte e di lato per verificare che non vi siano variazioni di forma o di aspetto della cute
- ripetere l’esame a braccia levate
- sollevare il braccio sinistro e con la mano destra sottoporre a leggera pressione tutta la superficie del seno sinistro
- ripetere la stessa operazione per la parte destra
- sdraiarsi con un cuscino sotto le spalle e tenere il braccio sinistro sotto la testa; con la mano destra palpare tutta la superficie del seno sinistro, muovendo dalla periferia verso il capezzolo
- ripetere l’operazione per la parte destra
- controllare la zona che si estende tra seno e ascella e la zona all’interno deIl’ ascella sia per la parte destra che sinistra
- premere delicatamente il capezzolo per verificare l’eventuale presenza di secrezioni.

Mammografia
Consiste in una radiografia del seno eseguita con radiazioni poco penetranti.
Aspirazione
Si esegue inserendo un piccolo ago dentro il nodulo per estrarre un campione di liquido da sottoporre ad analisi di laboratorio.
Agobiopsia
Si esegue inserendo un ago nel seno e prelevando una particella di tessuto da sottoporre ad analisi.
Trrapia
Per fortuna i progressi medici e chirurgici hanno consentito recentemente importanti e significa­ivi miglioramenti in termini di sopravvivenza.
L’uso della chemioterapia ad esempio, quale coadiuvante della chirurgia e della radioterapia, ha migliorato la sopravvivenza di quei pazienti che presentano la malattia in fase iniziale, offrendo risultati particolarmente significa­ivi nelle donne tra i 35 e i 50 anni. Secondo molti esperti solo lo sviluppo di strategie per trattamenti terapeutici ancora più efficaci di quelli comunemente usati costituirà la vera vittoria sul tumore al seno. Negli ultimi anni ha dato ottimo risultati la chemioterapia ad alto dosaggio: Si tratta di un trattamento chemioterapico in cui le dosi sono pari a tre volte la dose, utilizzata nei trattamenti normali. La tossicità, in particolare quella a livello del midollo osseo, ha creato alcuni problemi che sembrano superabili grazie a tecniche di protezione del midollo (raccolta e trapianto di cellule periferiche progenitrici del sangue PBPC, trapianto autologo del midollo ecc.)
Comunque i test hanno dimostrato che la somministrazione di chemioterapia ad alto dosaggio garantisce tassi di risposta più alti della terapia condotta con dosi standard anche in donne con metastasi.
A conclusione di questa nostra breve presentazione non resta che concludere comunque che la prevenzione resta comunque sempre la prima arma di difesa per ognuno di noi.

Det
Pubblicazione Dicembre 1995

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